L'altra sera, a casa di un cliente ho avuto spunto di fare una breve riflessione sulla terza età.
Eravamo scesi in taverna per constatare alcuni danni provocati da un allagamento quando, girandomi ho visto che in un letto ortopedico giaceva attaccato al respiratore un signore molto anziano, probabilmente il nonno, completamente infermo; premetto non voglio fare un monologo sul fatto che sia giusto o sbagliato vivere in una determinata maniera, ognuno ha la propria opinione e io non sono nessuno per giudicare, è solo uno spunto di interesse per affrontare un altro argomento.
Quello che mi ha colpito e mi ha fatto molto riflettere è stato il fatto che, salutandolo lui ha risposto con un " Buonasera" con un filo quasi invisibile di voce tendendomi la mano per presentarsi, segno di un'educazione e un orgoglio che si porterà via con lui il giorno che non ci sarà più e che molti neanche conoscono.
Ho iniziato a pensare a quale vita potrebbe aver avuto, alla sua infanzia, all'adolescenza passata in guerra, l'età adulta dal boom economico agli anni di piombo, da De Gasperi a Craxi, mondiali vinti, amicizie perse e amici andati...
Mi sarebbe piaciuto sedermi vicino a lui, nel più totale silenzio per poter riuscire a capire tutte le parole dette con quella flebile voce e fantasticare su tempi che furono,per restare ammaliato da quei racconti, ma, purtroppo il tempo è tiranno e questa vita frenetica non permette di fermarsi neanche cinque minuti con una persona che molto probabilmente ha miliardi di cose da insegnare.
Una su tutti: la dignità.
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