Quindi stamattina di controvoglia e sbuffando, già consapevole della spesa inutile, sono entrato in questo superstore fantasmagorico sulla strada per il mio ufficio per la prima volta in vita mia.
Una cosa mi ha subito colpito, e cioè il fatto che si entra direttamente dal terzo piano per poi scendere fino al pian terreno ove è situata l'uscita; da buon venditore la prima cosa che mi è venuta in mente è che questa è una geniale mossa commerciale!!!
Ecco, gli aspetti positivi si fermano qui.
Mi spiego, appena entrato un senso di vuoto mi ha assalito ferocemente, vedevo solo milioni di luci, gente (per la verità poca, sarà la crisi..) che si accaniva sugli apparecchi di ultima generazione, ammirandoli con una meraviglia tale da essere paragonata alla nascita del primo figlio, oggetti spesso di dubbio gusto e di altrettanto dubbia utilità che, si pensa, possano cambiare la vita e per i quali le persone sono addirittura disposte a firmare quintali di cambiali in cambio di quei 5 minuti di celebrità che il possesso di un I Pad o un Galaxy Tab danno diritto ad avere.
Televisori grossi come pareti in 3D con un gigantesco cartello affianco ad elogiarne le qualità, slogan del tipo:
"Le immagini più nitide e spettacolari con XXXX!!!"
"Non tutti i televisori sono uguali XXXX è molto più di un televisore, è la tua vita!!!"
"Con XXXX non avrai più lo stress di ricaricare gli occhialini 3D da oggi sono più economici e senza bisogno di batterie!!!!"...
Momento momento momento momento (cit. Peter Griffin)...
Adesso vogliono farci addirittura passare il messaggio che una TV può sostituirsi alla tua vita???
Che gli occhialini per il 3D siano causa di stress?
Ma stiamo scherzando vero??????
Lo stress casomai me lo provoca il fatto di dovermi recare in un posto del genere per umiliarmi di fronte a cifre esorbitanti per cose che non potrò ne ora ne mai permettermi, la mia vita non sarà mai sostituita da uno schermo 40" che proietta immagini che sembrano entrarti in casa, robe del tipo "Woooooooooooooooo che figata il calcio in casa!!!", quando ci si dimentica che da piccoli bastavano un rotolo di scotch e della carta straccia per avere il calcio in casa...
A quel punto, per sopportare tutta quella frustrazione, la mia mente si è staccata dalla realtà e ha iniziato ad andare indietro negli anni, a quando la spesa la facevo al negozio di alimentari vicino a casa che aveva quelle focaccine così buone ma anche così insipide, a quando andavo al negozio di elettronica per comprare le pile del walkman e i giochi della prima Playstation; tempi in cui al supermercato si andava una volta al mese e quella volta all'anno che si andava al "Gigante" sembrava quasi meglio che andare a Gardaland...
Ormai non c'è più nulla di tutto ciò, ormai è una rincorsa all'acquisto selvaggio in enormi centri commerciali il sabato pomeriggio bestemmiando perché non c'è mai parcheggio, al dover avere lo smart phone di ultima generazione sennò sei uno sfigato, al dover nutrirsi di cibi preconfezionati e all'avere lo stress da week end sperando nel lunedì di lavoro, mentre il panettiere sotto casa chiude e le persone quasi fanno fatica a sorridere e salutarsi.
Gabriele Vagelista
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